Siamo in una fiaba, una fiaba difficile. Ma come in ogni fiaba ci sono eroi, antagonisti, strumenti magici e speriamo un lieto fine. Qui vorrei raccontarvi del nostro strumento magico.
I bambini sono i protagonisti, bambini trattenuti nei loro entusiasmi infantili, impossibilitati ad abbracciarsi, a compiere gesti semplici e spontanei. Bambini in parte prigionieri di un incantesimo. Bambini sospesi come il fiato trattenuto dietro le mascherine. Addomesticati. Ma sempre bambini.
Durante i lunghi mesi di chiusura siamo state in montagna per mesi e il bosco e’ fuori dalla porta. Una sera mia figlia mi ha fatto un disegno. Un disegno che nasceva da una domanda – Mamma cosa si mette nello zaino per scappare nel bosco se non ci fanno piu’ uscire? – Lo sguardo curioso e determinato di chi sa senza sapere. Questo e’ un dono. Ecco lo strumento magico! Lo zaino della fuga.
Nel nostro zaino abbiamo incominciato a mettere un piccolo kit di sopravvivenza per affrontare oltre che le lunghe camminate anche un eventuale fuga. Era un gioco. Ma un gioco serio. Un’avventura. Da quella domanda nei nostri zaini si sono intruffolate giorno dopo giorno la forza, il coraggio, la curiosita’ che allontana i mostri e un’ocarina per incantare i brutti pensieri che a volte si affacciano tra un silenzio e l’altro. E con i nostri strumenti magici sulle spalle siamo andate incontro alla fuga, per ritrovare gli alberi, le tracce, i sentieri e percepire lo sguardo che si apre e il respiro che si espande. In vetta sdraiate sul prato a osservare un ritaglio di cielo tra i giochi delle nuvole ci ricarichiamo e scattiamo mille foto mentali da sfogliare nelle giornate cittadine.
Lo zaino lo abbiamo portato con noi al rientro per affrontare un altro tipo di natura. Quella addomesticata e grigia della citta’. Ora vorrei che ogni bambino avesse il suo zaino della fuga. Da afferrare finita la scuola, da appoggiare sulle gambe in auto, in treno, mentre si dirige con mamma e papa’ verso un respiro verde.
Per questo condivido con voi la nostra esperienza.
I bambini sono dei bravi osservatori e si accorgono della transiziona tra una stagione e l’altra se sono immersi nella natura, loro sono ancora intimamente legati ai ritmi naturali, hanno una saggezza innata che spesso noi adulti non ascoltiamo. Le passeggiate nei boschi per noi sono diventate momenti di apprendimento.
Ho notato che la loro curiosita’ e la loro attenzione aumentano con l’apprendimento esperienziale e giocoso. E la natura e’ ricca di spunti per apprendere ogni cosa. Inoltre il movimento spontaneo, il mettersi alla prova fisicamente in diverse situazioni, accresce la loro autostima e l’autonomia. Lo stare nella natura li calma, li rende piu’ percettivi, i loro sensi hanno il tempo e il modo di svilupparsi armoniosamente. Si sentono parte di un tutto. Inoltre i bambini iperattivi hanno modo di mettersi alla prova con sfide avventurose, quelli piu’ riflessivi di osservare dettagli che altrove non troverebbero.
Una fila di formiche che attraversa un sentiero e si perde sotto le radici di un albero, un mucchio di rami spezzati e tronchi che diventano capanna, sono infiniti gli spunti per apprendere in natura e per farlo giocosamente.
Queste cose le ho vissute e sperimentate con mia figlia in primo luogo e con i bambini che ho avuto la fortuna di portare a spasso. In loro c’e’ gia’ tutto, hanno il manuale di istruzioni chiuso nel palmo della mano, per scoprirlo basta fare silenzio, osservarli e lasciargli spazio per esprimersi. Nei boschi alpini in cui abitiamo per minimo tre mesi l’anno e quest’anno per sette, abbiamo sperimentato insieme la fatica di seguire sentieri ripidi, la gioia di arrivare alla meta, la meraviglia nel vedere moscerini in controluce, la sfida nell’attraversare un torrente, l’equilibrio esercitato su tronchi, l’agilita’ nelll’arrampicarsi sugli alberi, l’altalena fatta con corde.
Ogni volta prima di partire per una gita importante e impegnativa seguiamo dei riti, preparare lo zaino e guardare sulla mappa la strada da fare. Anche i piu’ piccoli a forza di vederlo fare hanno imparato e preparasi lo zaino e non e’ una sciocchezza. Lo zaino in montagna e’ il tuo migliore amico e la riuscita di una gita dipende anche da cosa ci metti dento. La mappa poi affascina e da un senso alla fatica. Raggiungere quel puntino.
Prima di entrare nel bosco solitamente chiediamo il permesso, prima di strappare un fiore se proprio necessario chiediamo il permesso, se siamo arrabbiati urliamo, se siamo felici abbracciamo un albero. Gli alberi sono diventati i nonni, i bambini li riconoscono, si accorgono dei morsi dei caprioli sulla corteccia, dei ciuffi di pelo incastrati tra i cespugli. I bambini vogliono sapere il perche’ di ogni cosa e i loro perche’ sono profondi e intelligenti e ci spingono a continuare a studiare.
E poi ci sono le regole ferree per non correre rischi e per rispettare il gruppo, nelle salite non si lascia nessuno indietro, non si corre, non ci si disperde. Questo quando si e’ in alta montagna. E non avete idea di che tenacia e che entusiasmo hanno anche nei momenti piu’ faticosi.
Voglio ritornare a sentire le loro grida di gioia all’uscita della scuola, uccellini che scappano da ogni parte e un volo di purezza immenso!
PORTIAMOLI IN NATURA OGNI VOLTA CHE POSSIAMO E NE FAREMO DEGLI ESSERE LIBERI.